Per il popolo egizio questo frutto era un simbolo di morte ma soprattutto di rinascita. La piantumazione avveniva in seguito a tragici accadimenti, proprio per meditare su quanto perduto e quanto ancora la vita avrebbe donato. Il melograno rappresenta l’energia vitale, dato che il suo colore rosso ricorda quello del sangue, simbolo dell’invincibilità, della resilienza e della speranza. Un albero in grado di infondere speranza.
L’idea di piantare un albero per ricordare i defunti ha radici profonde nella storia dell’umanità e vanta esempi storici significativi anche nel passato recente, basti ricordare il Giardino dei Giusti di Gerusalemme. Ma già in Italia, agli inizi degli anni Venti, molti comuni intitolarono un Viale delle Rimembranze per ricordare i caduti in guerra, piantando un albero per ogni caduto contrassegnandolo con una targhetta alla memoria.
“Sulle ali dorate” di Giuseppe Verdi, sono stati raggiunti i cinque luoghi deputati alla piantumazione degli alberi di melograno. Il percorso iniziato alle ore 10 nel Giardino Ratafià al Teatro Europa con l’intervento di grande pathos di Franca Tragni, si è successivamente sviluppato alle ore 11.30 con le magiche letture di Mario Mascitelli presso il Centro Giovani Il Federale. Alle ore 14.00, protagonista è la Casa nel Parco, grazie alla grande commozione suscitata dalla lettura di Loredana Scianna per la terza, indimenticabile, piantumazione. Mentre alle ore 15.30 Raffaele Rinaldi alle Torre Medicine dell’Ospedale Maggiore, dettava i tempi di un quarto momento di assoluto rilievo: grande richiamo di pubblico. Infine, alle ore 17.00, presso il Parco Falcone-Borsellino, Nunzia Moisè, incantava i presenti per l’ultima piantumazione.