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Alla fine lo è stato; un vero e proprio appuntamento al quale non si poteva rinunciare.  Unica data italiana della storica band di Sheffield, In The Nursery, andata sold out in prevendita. A testimonianza del fatto che, la musica di nicchia, se veicolata nel modo corretto, è ancora in grado di muovere le persone. I gemelli Klive e Nigel Humberstone mancavano alle nostre latitudini da quindici anni e per celebrare l’eccezionalità dell’evento, li abbiamo chiamati all’interno di una location straordinaria come il Teatro Farnese del Complesso Monumentale della Pilotta di Parma.
La band di Sheffield, indiscussa protagonista di quel filone dark/wave inaugurato negli anni ’80, ci ha regalato una pagina memorabile della propria storia, di quel periodo musicale ancora oggi in grado di suscitare meraviglia.
Le sinfonie orchestrali, i ritmi marziali, le atmosfere eteree, sono risultate essere coordinate insondabili di quel progetto: tensione, ricerca e bellezza, ovvero uniche letture traducibili di un desiderio oscuro e imperscrutabile e che hanno trovato nell’esibizione al Farnese il proprio naturale compimento.
Un evento esclusivo, impreziosito dalla magnificenza di uno dei teatri più belli del mondo, il Teatro Farnese di Parma, sorto nel 1618 in piena epoca barocca.

Prima del concerto, alle ore 21, è stata presentata una versione site-specific di Iphigenia in Aulide | Oratorio di Lenz Fondazione, prima parte di un dittico scenico musicale sul sacrificio delle innocenti a cura di Maria Federica Maestri e Francesco Pititto. Interpreti di questa versione oratoriale sono stati Valentina Barbarini, attrice icona di Lenz e il soprano Debora Tresanini, allieva del Conservatorio Arrigo Boito, impegnata nelle arie dell’omonima opera di Christoph Willibald Gluck.

Dopo gli spettacoli, la serata è proseguita, per i soli possessori del biglietto, presso la chiesa di San Tiburzio in Borgo Palmia. L’ex oratorio ha ospitato un  dj set curato dal nostro Marco Pipitone e da Aldo Ape Piazza, interamente ispirato al periodo Post punk. Erano presenti, al gran completo, gli In The nursery.  Il San Tiburzio, non più luogo di culto, è un esempio significativo di barocco parmense, realizzato dall’architetto Adalberto Dalla Nave nel 1722 e completato con aggiunte dell’architetto Pancrazio Soncini un secolo e mezzo più tardi.

L’edificio a pianta a croce greca è sormontato da un tiburio poligonale, che copre la cupola affrescata da Giovanni Gaibazzi fra 1883 e 1885, con l’Assunzione di Maria e i quattro evangelisti. All’interno sono quattro statue allegoriche dello scultore Agostino Ferrarini raffiguranti le virtù cardinali. La facciata è scandita da due ordini di semicolonne ed ospita statue della Fede e della Carità e dei santi Filippo Neri, Carlo Borromeo, Nicola e Vincenzo de’ Paoli, sempre di Ferrarini.

Evento in collaborazione con Antica Farmacia