La crisi che ha interessato il nostro Paese a seguito dell’emergenza da Covid-19 ha imposto ai dirigenti scolastici, ai docenti, a tutto il personale della scuola uno straordinario impegno per assicurare comunque, nelle difficili condizioni date, il percorso scolare ad ogni studente. La sfida per la scuola resta la stessa di sempre, eppure enormemente accresciuta dalla situazione di questo tempo: “non lasciare indietro nessuno”, utilizzando tutta la dedizione umana e professionale possibile, così come gli strumenti pedagogici, didattici ed operativi disponibili.
La scuola, per assolvere tale arduo compito educativo, ha avuto necessità di sviluppare modalità innovative, “sguardi plurimi”, apporti differenziati. Aprire la scuola significa aprire le classi ai gruppi di apprendimento; aprirsi all’incontro con “altri mondi”, del lavoro, delle professioni, del volontariato; “scoprirsi” per realizzare esperienze innovative, attività laboratoriali, volte ad accrescere le circostanze di apprendimento.
Chi segue Il Rumore del Lutto sa che i laboratori didattici che si svolgono nei giorni del Festival, sono il fiore all’occhiello di ogni edizione.
Il termine laboratorio per noi “addetti ai lavori” si riferisce all’esperienza multidisciplinare della didattica del fare e deriva dal latino laboratorium e, a sua volta, dal verbo laborare ovvero «lavorare».
Vi sono più sfumature, in particolare se pensiamo all’idea di bottega per un artigiano: un’officina del fare, uno spazio colmo di attrezzi del mestiere, in cui realizzare idee, costruire narrazioni, oggetti, ma prima ancora un luogo in cui essere condotti, per riflettere, condividere, sperimentare un’attività di gruppo. Partecipare ad un laboratorio didattico di Death Education significa condividere con altri una esperienza formativa su un tema specifico, un ambito fondamentale che si snoda in più argomenti e momenti, attraverso la partecipazione attiva.
Sono stati quindici i work shop realizzati durante l’edizione 2020 de Il Rumore del Lutto, in presenza e online, suscitando commenti ed emozioni negli studenti e fornendo numerosi ed interessanti spunti di riflessione, anche nei confronti delle insegnanti che hanno collaborato alla realizzazione di ogni esperienza.
Le Scuole di Istruzione Secondaria Superiore coinvolte sono state l’Istituto Professionale IPSIA Primo Levi, l’Istituto Professionale ISISS Pietro Giordani, L’Istituto Economico ITE Macedonio Melloni, il Liceo scientifico e linguistico Guglielmo Marconi di Parma.