Molte festività del mondo antico escono dai confini delle organizzazioni religiose e si incastrano nel duello che l’essere umano affronta da sempre, ovvero quello tra Vita e Morte. La polarità tra sole e luna, luce e tenebre, acqua e fuoco non sono altro che simboli di quel dualismo che da sempre regola i ritmi del piano terrestre.
Il 21 giugno è il giorno in cui il Sole entra nel segno del Cancro, a differenza del solstizio d’inverno, in cui il Sole entra nel segno del Capricorno. Si tratta del giorno in cui la luce vince sulle tenebre; è il giorno con più ore di luminosità e in ogni cultura, dalla notte dei tempi, si festeggia con riti propiziatori di ogni genere e forma.
Lo stesso termine estate proviene dalla radice indoeuropea idh o aedh, che significa brillare, infiammare, ardere. Anche i vocaboli in latino aestas e in greco aitho riconducono ai significati di calore e di fiamma.
Nelle credenze del nord Europa la notte del solstizio è una delle tre “notti degli spiriti”, insieme alle vigilie di Calendimaggio e Halloween. Proprio perché il confine con il mondo ultraterreno è tanto sottile, gli esseri umani possono avvicinarsi al mondo degli spiriti e gli esseri in spirito possono accostarsi al mondo degli umani.
Nelle antiche tradizioni, riti e rituali relativi all’al di là influenzano l’al di qua. In essi l’elemento fuoco resta e rappresenta il sole, la luce: attraverso i falò si auspica una potenza maggiore del Sole, un rafforzamento dell’astro che a poco a poco declina. In tutte le tradizioni, nonostante le differenze, sono presenti falò, processioni con fiaccole e ruote infuocate.
A Parma Capitale Italiana della Cultura in questi giorni è possibile assistere al passaggio del sole attraverso il Rosone di Alberto da Verona, nella splendida San Francesco del Prato, riaperta al pubblico dopo la chiusura e il lungo restauro (prenotazioni a visite@sanfrancescodelprato.it).