Skip to content

Il Rumore del Lutto: 18 anni di dialogo tra visibile e invisibile

Raggiungere il traguardo della maggiore età con un festival come Il Rumore del Lutto significa aver attraversato una lunga strada fatta di coraggio, sperimentazione e impegno. Organizzare un evento di tale portata richiede una profonda dedizione e una visione chiara, ma anche una certa capacità di navigare attraverso le difficoltà che spesso vengono date per scontate.

Ogni edizione ha portato nuove sfide e opportunità di riflessione, e quest’anno, con il tema centrale Respira, ci troviamo di fronte a un nuovo invito collettivo, a fermarsi e riflettere sul nostro rapporto con la vita, la finitudine e le trasformazioni.

Il 20 settembre, la conferenza stampa che si terrà a Parma sarà non solo l’occasione per annunciare i contenuti di questa diciottesima edizione, ma anche un momento per fare un bilancio di ciò che Il Rumore del Lutto ha rappresentato in questi anni. Dal suo inizio pionieristico, il festival ha saputo provocatoriamente rompere il silenzio che circonda la morte, affrontandola come parte integrante della vita. Questo ha aperto uno spazio pubblico di dialogo educativo e di riflessione che ha coinvolto diverse comunità e città, andando ben oltre i confini di Parma e trovando eco in altre realtà.

Il tema scelto per quest’anno, Respira, ha una carica simbolica profonda. Respirare è un atto vitale, automatico, spesso inconsapevole, ma quando ci soffermiamo su di esso, ci rendiamo conto che racchiude una verità universale: la vita e la morte sono interconnesse, proprio come l’inspirazione e l’espirazione. Ogni respiro porta con sé un ciclo continuo di vita, di perdita e di rinascita. Ma c’è anche qualcosa di più: respirare significa attraversare i confini tra ciò che è visibile e ciò che è invisibile, una dimensione che il festival esplora da anni. Il confine tra vita e morte è sottile, così come quello tra ciò che possiamo vedere e ciò che è nascosto al nostro sguardo.

La spiritualità è parte integrante di questo percorso, una chiave per interpretare ciò che sta oltre il mondo tangibile. Il festival ci invita a riflettere sulla spiritualità come un ponte tra ciò che conosciamo e ciò che rimane sconosciuto, tra il finito e l’infinito, e questo diventa particolarmente evidente nel tema di questa diciottesima edizione.

Questa scelta apre un dialogo educativo che va oltre la sola riflessione sulla morte, invitando a una consapevolezza più profonda del nostro essere nel mondo. Il festival diventa un’occasione per parlare delle fatiche che spesso non vengono riconosciute o affrontate, delle difficoltà emotive e psicologiche legate al lutto, ma anche dell’importanza del rallentare, del prendere tempo per riflettere e del trovare nuovi modi di affrontare l’inevitabile. In questa esplorazione dei confini tra visibile e invisibile, tra vita e morte, si cela un invito a prendere respiro, a riconoscere e accogliere non solo ciò che è palese, ma anche ciò che rimane nascosto, misterioso.

Organizzare Il Rumore del Lutto è un compito che va ben oltre la semplice pianificazione logistica di eventi. Significa creare un percorso che coinvolga emotivamente le persone, che offra momenti di crescita e di riflessione e che apra spazi per dialoghi difficili ma necessari. La fatica di chi organizza eventi come questo spesso resta nascosta: il lavoro dietro le quinte, l’impegno nel costruire una rete di artisti, professionisti e studiosi che contribuiscono a rendere il festival un’esperienza significativa, e il confronto con le aspettative, a volte contrastanti, di un pubblico diversificato. Tuttavia, questa fatica non è priva di ricompense. Essa si traduce in una continua esplorazione dei limiti, dei confini tra il noto e l’ignoto, in un festival che non teme di confrontarsi con il mistero dell’esistenza.

Ogni anno, ci sono ostacoli da superare: dal reperimento di fondi e spazi adeguati, alla gestione di una programmazione complessa, fino al mantenimento di un equilibrio tra storia e novità. Eppure, è proprio questa fatica che permette al festival di crescere e di mantenere vivo quel senso di comunità e di connessione che lo caratterizza. Il Rumore del Lutto ha sempre voluto essere più di un semplice evento culturale. Questo cammino collettivo, che coinvolge artisti, studiosi e il pubblico stesso, è un processo di esplorazione continua e vitale, quasi un movimento culturale ed educativo che mira a trasformare il modo in cui pensiamo alla vita tutta.

 

Continuate a seguirci!