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Il Buffet Vittoriano, Quattro chiacchiere con Mathias Mocci

Provate ad immaginare un salone adeguatamente addobbato come la moda vittoriana un tempo insegnava; tovaglie damascate, camerieri vestiti e truccati mentre in sottofondo la musica suadente dell’epoca invoglia a qualche passo di danza. Ora, pensate ad un menu curato nei dettagli… e infine vogliate appartenere ineluttabilmente a quanto descritto.

Non siamo in una favola e nemmeno in un sogno ma stiamo fornendo le coordinate del primo Buffet Vittoriano in Italia organizzato all’interno della settima edizione de Il Rumore del lutto.

Abbiamo intervistato Mathias Mocci, il quale aprirà la serata con un breve excursus sul periodo e sulla rivisitazione accorsa ai giorni nostri.

Caro Mathias intanto spiegaci che succede, un buffet vittoriano a Parma, perché?

L’intento è quello di rivivere un rituale sociale legato al lutto mediante il cibo. L’idea è stata quella di rievocare l’epoca vittoriana poichè considerata l’ultima società testimone di rituali condivisi durante periodi luttuosi.

La condivisione, il cibo, un binomio per esorcizzare il dolore, sei d’accordo?

Nelle occasioni funebri mangiare assieme è da sempre considerato un momento di socializzazione e di unione non soltanto in Inghilterra, tutt’ora in alcune aree del sud Italia esistono rituali sui generis, mi viene in mente  “Il Consolo” rituale un tempo particolarmente presente nelle zone della Calabria.

Rituali custoditi nei cassetti della memoria…

Ai giorni nostri sono certamente modalità desuete, ed è proprio per questo che Il Rumore del Lutto ha organizzato questo banchetto, cercando di recuperare certe atmosfere perdute nel tempo.

Nulla a che vedere con le logiche di Halloween sebbene la maschera – seppur non obbligatoria – all’interno dell’evento di Parma sarà certamente gradita.

Diciamo che Halloween ha sicuramente dei collegamenti con la festa dei morti e la credenza che, proprio in questo particolare momento dell’anno, le anime dei defunti ritornino al mondo dei vivi. Il buffet funebre come dicevo, è un vero e proprio rituale organizzato quando qualcuno moriva.

In epoca vittoriana qual era il rito connesso al buffet?

La famiglia offriva il banchetto in primis per accogliere le persone che venivano in visita al morto, per dar loro ristoro dopo il lungo viaggio compiuto “per fare la visita”. Non si devono escludere motivi di rappresentanza: la famiglia offrendo cibo dimostrava prestigio, ricchezza, benevolenza…cose che appartenevano al defunto.

Parliamo della maschera, voglio dire, ai giorni nostri trattasi di mero travestimento…

Facendo riferimento al buffet del due novembre, la maschera sarebbe gradita poiché l’intento è di ricreare l’atmosfera tipica dell’epoca della Regina Vittoria: vestirsi a lutto ai tempi faceva tendenza.

Se dovessi consigliare alle persone come vestirsi vittoriano “riciclando” qualcosa nell’armadio, cosa consiglieresti?

Per la donna: gonne lunghe e vaporose, camicie (con inserti di pizzo) e corpetto ( nell’epoca vittoriana veniva indossato sotto i vestiti ma, come la cultura goth ci insegna, questo può essere indossato sopra i vestiti e diventa un ottimo ed eccentrico capo d’abbigliamento).

In testa si può indossare una veletta o un cappellino. I capelli rigorosamente raccolti!

Per quanto riguarda gli accessori femminili, una piccola borsetta e, magari, un ombrellino parasole.

Per l’uomo: pantaloni eleganti una camicia ( anche in questo caso con  inserti di pizzo) e un bel gilet.  Immancabile la cravatta o un jabot in pizzo e naturalmente il bastone da passeggio, infine il cilindro.

Parliamo anche di trucco, come dovrebbe essere?

Se vogliamo essere precisi, nell’800 la donna non si truccava in maniera vistosa. La carnagione chiarissima era, infatti,  una caratteristica delle donne eleganti e si usavano prodotti proprio per far risaltare il candore della pelle. Il trucco era invece considerato arma di seduzione, non considerato consono alle donne per bene.

La cultura dark connessa ai giorni nostri ne ha fatto invece un importante mezzo di comunicazione: quindi osate! Occhi bistrati di nero oppure di viola senza tralasciare le labbra ( anch’esse devono essere scure per far risaltare il pallore del viso)

Agli uomini che cosa consigli?

Per l’uomo è un ambito difficile perché molti non sono abituati a osare.

La nostra società ha ancora un rapporto ambiguo con il trucco maschile.

Nella cultura goth, però, l’ombretto, la matita e il rossetto nero, sono utilizzati anche dagli uomini. Per questo consiglio di liberare l’eccentrico goth dandy che si nasconde negli angoli oscuri della nostra personalità e raggiungerci presso La Camera di Commercio a Parma, sabato 2 novembre!