La persona che ha una cosiddetta «depressione psicotica»
e cerca di uccidersi non lo fa aperte le virgolette «per sfiducia»
o per qualche altra convinzione astratta
che il dare e l’avere della vita non sono in pari.
E sicuramente non lo fa perché improvvisamente la morte comincia a sembrarle attraente.
La persona in cui l’invisibile agonia della Cosa raggiunge un livello insopportabile si ucciderà
proprio come una persona intrappolata si butterà da un palazzo in fiamme.
Non vi sbagliate sulle persone che si buttano dalle finestre in fiamme.
Il loro terrore di cadere da una grande altezza è lo stesso che proveremmo voi o io
se ci trovassimo davanti alla stessa finestra per dare un’occhiata al paesaggio;
cioè la paura di cadere rimane una costante.
Qui la variabile è l’altro terrore, le fiamme del fuoco:
quando le fiamme sono vicine, morire per una caduta diventa il meno terribile dei due terrori.
Non è il desiderio di buttarsi; è il terrore delle fiamme.
David Foster Wallace
(21 febbraio 1962 – 12 settembre 2008)
L’immagine in evidenza è di Anka Zhuravleva