Andrea Camilleri colpito da un arresto cardiaco lo scorso 17 giugno, è morto stamane, martedì 17 luglio 2019, all’età di 93 anni presso l’ospedale Santo Spirito di Roma.
Dai romanzi, alla poesia, passando per il teatro fino ad arrivare alle prese di posizione sulla politica; l’Italia piange uno dei suoi più grandi autori contemporanei.
Inventore del celebre Commissario Montalbano, protagonista della serie di romanzi pubblicati da Sellerio, e divenuta serie televisiva di grande successo in onda su Rai 1. Camilleri lascia in eredità un patrimonio ricco e composito, la pensione era cosa per altri, l’autore, infatti, ha continuato fino all’ultimo a impastare realtà e fantasia. Il 15 luglio avrebbe dovuto essere protagonista in prima persona, alle Terme di Caracalla, per la riproposizione di Autodifesa di Caino, le vicende di Caino e Abele. La narrazione in prima persona lo aveva visto protagonista già lo scorso anno presso il Teatro Greco di Siracusa con Conversazione su Tiresia; nelle vesti di autore e attore ricostruì la storia del celebre indovino tra mitologia, fonti letterarie e teatro. Il maestro siciliano era nato per raccontare storie: “Se potessi, vorrei finire la mia carriera seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio cunto passare tra il pubblico con la coppola in mano”. Lo faceva a dispetto degli anni e della malattia, lasciandosi guidare sulla pagina bianca dalla sua fedele assistente, Valentina Alferj, depositaria della lingua e dei segreti di Montalbano.
Le vicende del Commissario Montalbano presero corpo nel 1994. Sellerio pubblicò La Forma dell’Acqua, romanzo incentrato sulle indagini del commissario siciliano. Da allora ne sono stati pubblicati trenta. Montalbano – di cui Camilleri parlerà come fosse un suo alter ego e ancor di più come una persona vivente, ha avuto così tanto successo da inaugurare strade ancora inesplorate anche per altri autori.
Ancor prima del successo, la sua carriera da scrittore iniziò in sordina, pubblicando ll Corso Delle Cose nel 1978, alternando ai romanzi storici, tra cui Il Birraio di Preston, ai gialli del Commissario di Vigata; un progetto, quest’ultimo, non ancora terminato; c’è un altro Montalbano in attesa di essere pubblicato, scritto anni fa e consegnato dallo scrittore a Sellerio, affinché venisse conservato e pubblicato solo dopo la sua morte.
“L’uscita di scena del commissario, il suo addio definitivo alla vita letteraria, non avverrà con un colpo di pistola e neppure davanti all’altare, con buona pace di chi aspetta da un quarto di secolo che convoli a nozze con Livia. Montalbano ci lascerà nel momento in cui comincerà a pensare al suo doppio, cioè a Luca Zingaretti l’attore che in vent’anni ha portato le sue indagini davanti a più di un miliardo di spettatori. Come questo avverrà è tutto da leggere. Nell’attesa non ci resta che ringraziare Camilleri per il suo ultimo colpo di teatro, il regalo di un uomo che ha sempre vissuto come voleva, circondato dalle parole. E che se ne è andato così come sognava: raccontandoci storie (Cit. Stefania Parmeggiani per Repubblica)”.
Andrea Camilleri è nato a Porto Empedocle (AG) nel 1925, i suoi studi al liceo classico di Agrigento terminano nel 1943. La guerra ne segnerà inesorabilmente la vita e lo porterà a girare per l’isola natia: “Una sorta di mezzo periplo della Sicilia a piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento per cui bisognava gettarsi a terra, sporcarsi di polvere, di sangue, di paure”, amava ricordare lo scrittore. Il periodo vissuto a Enna tra il 1946 e il 1947 si rivela fondamentale per la formazione letteraria: Nino Savarese, Francesco Lanza e Franco Enna, sono autori che influenzano sensibilmente la poetica di Camilleri. Il percorso di formazione lo porterà a frequentare l’Università di Lettere e Filosofia, tuttavia senza riuscire a prendere la laurea. Sono questi gli anni in cui vince anche il Premio “Firenze” come Poeta. Ma è la passione per il teatro e la drammaturgia a svelare nuovi orizzonti; nel 1949 s’iscrive all’Accademia di Arte Drammatica Silvio d’Amico, come allievo regista dove nell’arco di quattro anni terminerà gli studi; proprio da quel momento prenderà corpo l’attività di regista, dirigerà, infatti, più di cento opere, soprattutto drammi di Pirandello, oltre a dirigere spettacoli di Ionesco, Adamov e T.S. Eliot.
Le passioni multiformi che lo caratterizzano in quel periodo, lo portano a non tralasciare la sua attività di scrittore. I racconti vengono pubblicati su riviste e quotidiani come L’Italia Socialista e L’Ora di Palermo. Nel 1957 vince un concorso alla RAI, che gli permette per un decennio di insegnare presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Proprio in quel periodo sarà inoltre delegato alla produzione di diversi sceneggiati mandati in onda dall’emittente.
Non soltanto Montalbano. Scrive, infatti, per Mondadori e Skyra romanzi dedicati ai pittori, Il colore del Sole (un racconto sulla vita di Caravaggio), Vucciria (dedicato a Guttuso) e Il cielo rubato. Il caso Renoir. Per Rizzoli nel 2009 scrive La tripla vita di Michele Sparacino. I tacchini non ringraziano, risale, invece, allo scorso anno. Trattasi di racconti editi da Salani e dedicati agli animali (con illustrazioni realizzate dall’artista Paolo Canevari).
L’ultimo romanzo scritto da Camilleri, uscito in queste settimane, è Il cuoco dell’Alcyon, attualmente al primo posto della classifica dei libri più venduti in Italia.
Per volontà dello scrittore e della sua famiglia non vi sarà camera ardente. Nessun funerale pubblico ma, da giovedì 18 luglio, dalle ore 15.00, chi vorrà potrà dare allo scrittore l’ultimo saluto, presso il cimitero acattolico di Roma dove sarà sepolto.