Khalil Gibran diceva: “E così morire è bere dal fiume del silenzio, è scalare la cima del monte, stare nudi nel vento e sciogliersi al sole”.
L’undicesima edizione de Il Rumore del Lutto si è aperta all’Aula Magna del Palazzo Centrale dell’Ateneo con una riflessione di ampio respiro, curata dalla Pro Rettrice alla Didattica e Servizi agli Studenti Professoressa Maria Cristina Ossiprandi e promossa dal Dipartimento di Medicina Veterinaria, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Parma.
La giornata di studio ha trattato il tema della morte in modo, assolutamente, trasversale e ciclico considerando uomo, animale e natura, tentando di darne una spiegazione metafisica chiarendone, nel contempo, il significato intrinseco in rapporto all’esistenza dell’uomo e dell’animale nel mondo. Come una sorta di caleidoscopio è stata esaminata la realtà del “fine vita” sotto il profilo etico, morale, sociologico, spirituale alla luce di una contestualizzazione sostenibile e attuale ovvero concretamente inserita nella nostra realtà quotidiana. Si è trattato, in altre parole, richiamando la definizione che ne diede John Stuart Mill di un vero e proprio “esperimento di vita” per consentire agli studenti di vivere da donne e uomini liberi. In quest’ottica, il percorso formativo universitario si configura come un metodo di costruzione dell’anima prima ancora che strumento di acquisizione di specifiche abilità della persona: questo è un nostro dovere morale.
Di seguito i docenti coinvolti: Antonella Bachiorri, Antonio D’Aloia, Stefano Di Concetto, Lella Gialdi, Cristina Marchetti, Maria Cristina Ossiprandi, Fausto Quintavalla, Ines Testoni.