Grande successo domenica sera al Teatro Farnese per i concerti di Ataraxia e La Camerata Mediolanense. L’evento, inserito all’interno della quattordicesima edizione de Il Rumore del Lutto ha di fatto chiuso l’attività concertisca «in presenza» della rassegna per i noti provvedimenti in vigore (i restanti eventi saranno convertiti online per info: www.ilrumoredellutto.com).
Gli Ataraxia e La Camerata Mediolanense sono band lontane dalle consuetudini mainstream. Non hanno frequentato i salotti buoni della musica pop, né abitato le classifiche di vendita che regolano il music business. Tuttavia, hanno arredato le stanze disadorne della musica, luoghi austeri, frequentati da un pubblico selezionato, attento quanto severo.
Le due formazioni, ritrovatesi sullo stesso palco, hanno così potuto coronare il sogno di esibirsi in un luogo di grande prestigio come il Teatro del Complesso Monumentale della Pilotta. Giusto ricordare che non stiamo parlando di emeriti sconosciuti, ambedue i gruppi vantano un ricco calendario di date – in Italia e nel mondo – maturato in oltre vent’anni di attività. Le band, acclamate dal pubblico proveniente da ogni parte d’Italia, hanno così regalato una serata da ricordare; parliamo di un concerto andato sold-out sin dai primi giorni della settimana scorsa, purtroppo le notizie dell’aggravarsi della situazione pandemica, hanno scoraggiato diverse persone nel raggiungere il Teatro (presenti in ogni caso un centinaio di persone).
Spazio, dunque alla musica. Il buio in sala anticipa La Camerata (da Mediolanum, antico nome latino di Milano); sono le 20 e 40 quando lo stile inconfondibile di «Ellittico» e soci raggiunge gli spettatori. Forse l’opera compositiva del collettivo si ispira alle arcane sonorità del mondo pagano? Pare essere scontata la risposta, tuttavia il recupero della composizione musicale italiana di classica derivazione non è un optional, piuttosto una dichiarazione di intenti; una enfasi progressiva sostenuta da tessuti sonori i cui connotati evidenziano la vocalità lirica del cantato di Desirée Corapi (strepitosa).
Deus ex machina del progetto Elena Previdi, mentre l’imponente apparato percussivo – a tratti – lascia senza fiato. A colpire è la profondità culturale del progetto, nel quale le trame neoclassiche si fondono nel furore apocalittico della musica neo-folk; i solenni – quanto oscuri passaggi dark wave – sanciscono le origini – inutile sottolinearlo – derivative di un certo sentire anni 80. Un’ora di concerto per rivendicare il proprio marchio di fabbrica e – come detto – coronare il sogno di suonare in un posto magico come il Farnese.
On stage La Camerata si è presentata per l’occasione sul palco del Teatro Farnese con:
3Vor (voce, noise e percussioni), Manuel Aroldi (percussioni) Elena Previdi (Clavicembalo, Tastiere), Desireè Corapi (Soprano, voce), Giancarlo Vighi (Tastiere, fisarmonica, voce)
Il tempo del cambio palco scandisce la seconda parte della serata, protagonisti gli Ataraxia. Il progetto di Francesca Nicoli e soci, si traduce mediante una discografia imponente ma al Farnese il set offre l’occasione per presentare «Quasar», full lenght appena pubblicato. Ogni nota, gli arrangiamenti, sono il frutto di uno studio sistematico, volto all’esplorazione di un contesto artistico infinitesimale nel quale la dimensione onirica è preponderante. Volendo approfondirne il tratto, si scopre che la contemplazione radicata delle tradizioni definisce una cifra difficilmente classificabile. Forse l’oscurità di alcuni passaggi è solamente l’inizio di un percorso obbligato verso la luce? Anche le atmosfere sognanti e gli arrangiamenti di derivazione wave non possono essere fraintesi: “Divengono, forse, le coordinate insondabili di un progetto definito – nel tempo – in ogni sua parte?”.
La Voce di Francesca riconduce a molte risposte. Più in generale i primi Dead Can Dance ispirano, ma il tratto distintivo è maturo per essere riconosciuto a prescindere dai grandi classici ispiratori.
On stage, per l’occasione, Ataraxia in formazione completa sul palco del Teatro Farnese con:
Francesca Nicoli (voce, testi), Vittorio Vandelli (chitarra, basso, voce), Giovanni Pagliari (piano, tastiere, testi) e Riccardo Spaggiari (batteria, programmazione)
Notte dunque da ricordare: pathos e qualità musicale d’altri tempi al Teatro Farnese per un pubblico «in noir» – come detto – attento e severo, consapevole che il concerto degli Ataraxia e La Camerata Mediolanense, sarà l’ultimo da vivere in presenza, fino a data da destinarsi.