Il progetto artistico – denominato Corde Oblique si sviluppa mediante otto album, l’ultimo dei quali “Per le strade ripetute” uscirà l’otto di novembre.
Abbiamo incontrato Riccarco Prencipe, leader della band napoletana, per una piacevole chiacchierata.
Corde Oblique nasce dalle ceneri dei Lupercalia. Progetto nel quale facevo parte in veste di autore e chitarrista. Il risultato ha prodotto nel tempo album densi di collaborazioni tanto da decidere di inventare quella che mi piace definire “La bottega degli artisti del suono”. Questo è la natura di Corde Oblique.
Come può essere definito lo stile dei Corde Oblique?
Sbaglio se affermo che la vostra attività live è degna di nota?
Ne siamo fieri, siamo riusciti in questi anni – senza il supporto di una major – a conquistarci una fan base di appassionati e questo è successo grazie al fatto che abbiamo suonato in diversi paesi d’Europa.
Avete condiviso il palco con nomi altisonanti della musica, è così?
Corde Oblique in questi anni di intensa attività live ha condiviso il palco con artisti del calibro di: Opeth, Inti-Illimani, Bauhaus, Anathema, My Dying Bride, Samael, Current 93, Coph Nia, Moonspell, Ataraxia, Spiritual Front, QNTAL, Kirlian Camera, L’Âme Immortelle, Antimatter, Persephone, Clan of Xymox, Of the wand and the moon. Nomi che non hanno bisogno di alcuna presentazione.
Inoltre le vostre canzoni sono finite in numerose compilation in tutta Europa.
Il progetto ha avuto l’onore di vedere brani inseriti in decine di compilation distribuite da etichette e riviste musicali italiane, russe, francesi e tedesche. Una grande soddisfazione.
Senti Riccardo, qual è il motivo per cui avete deciso di partecipare a una rassegna come Il Rumore del Lutto?
Mary e Marco ci hanno gentilmente invitato diversi mesi fa, parlandoci del progetto. Abbiamo trovato l’idea oltrechè originale, realmente importante: un’iniziativa portata avanti con passione e serietà. Inoltre la location dove suoneremo è molto bella, non potevamo non accettare.
Parlami del tuo rapporto con la morte
Non ci sono molte parole, la temo da quando sono nato.
“Il viaggio non finisce” ovvero il titolo che avete dato al concerto che si terrà sabato 2 novembre all’Ex Oratorio di San Quirino a Parma fa riferimento alla poetica di Josè Saramago?
Esattamente, è l’incipit di una poesia di Saramago a cui sono molto legato. Parla della necessità di vedere e rivedere le cose, in momenti diversi dell’anno, del giorno… ma anche in momenti in cui noi stessi cambiamo. A questa poesia si lega il concetto del titolo che abbiamo dato al disco: “Per le strade ripetute”, quello di cui parliamo è frutto di esperienze stratificate negli anni dei luoghi che ci appartengono, non si tratta di incontri saltuari, ma di matrimoni con le nostre radici archeologiche ed artistiche. Per parlare delle cose bisogna entrarci e uscirci in tanti momenti, in diverse condizioni e in molteplici stati d’animo.
Cosa si deve aspettare il pubblico dal concerto?
I Corde Oblique, dal primo all’ultimo album, faremo una selezione dei brani tratti dal nostro repertorio, cercando di dare il meglio di noi e soprattutto sperando arrivi il nostro messaggio: una musica di qualità, fatta da musicisti senza compromessi. La nostra musica prende spunto dalla storia dell’arte il più delle volte e suonare in un oratorio, a contatto con delle opere, non può che rendere al meglio i nostri intenti.