Skip to content

Einstürzende Neubauten, il rumore … del silenzio


[column col=”2/3″]

silence-sexyParlare in estate degli Einstürzende Neubauten è un po’ come evocare in pieno agosto Babbo Natale. Ma visto l’improvviso abbassamento delle temperature, Blixa Bargeld e soci “cadono perfetti”! Magari “ascoltati” e soprattutto “letti” nel nuovo libro a loro dedicato: Silent is Sexy, l’avanguardia degli Einstürzende Neubauten, scritto da Giovanni Rossi e Kyt Walken, edito daTsunami Edizioni.

Abbiamo incontrato Giovanni.

• Caro Giovanni la musica dei Neubauten con questo caldo funziona meglio di un climatizzatore…

In effetti su buona parte dei loro dischi tirano delle folate gelide da far rizzare peli e capelli. Del resto la loro estrazione teutonica non mente neppure in questo!

• In pillole, chi sono gli Einstürzende Neubauten?

Una mia personalissima idea: una compagnia di musicisti, sperimentatori, vecchi punk e soprattutto amici che hanno provato a riscrivere le coordinate della musica contemporanea infischiandosene di regole, strumentazioni, partiture e tradizione. Riuscendo a dare corpo a qualcosa di unico.

• Rivolgiamoci a chi non ha mai sentito nominare la band, magari partendo dal nome: origini e significato.

Letteralmente “nuovi edifici che crollano”, un chiaro richiamo a ciò che aveva colpito la Germania uscita con le ossa rotte dalla Seconda Guerra Mondiale. I Neubauten erano gli edifici nuovi, frutto della ricostruzione, dal gusto estetico scarsamente ricercato, fabbricati con materiali economici e spesso scadenti. Una presunta e voluta modernità che si sfalda inesorabilmente, un passato che fatica ad abbandonare un popolo ferito. Quale migliore rappresentazione iconografica per un gruppo così indissolubilmente legato a Berlino e alla cultura tedesca?

• Proviamo a definire il tratto stilistico del gruppo…

I Neubauten hanno approcciato fin dai loro albori una personalissima via alla musica. La loro lettura dell’epoca post punk parte proprio dall’idea di dissoluzione di ogni legame con i canoni della musica  popolare, pur conservando innegabili appigli alla tradizione.

• Quella rilettura apre, di fatto, ad una personalissima rivoluzione!

Batterie costruite con ferraglie e metalli di recupero, strumenti a corde percossi con violenza, utensili in uso nelle fabbriche portati sul palco. Il suono della modernità, il tentativo del superamento estetico del passato e, allo stesso tempo, la voce di una poetica sottile, raffinata, grazie alla visionaria genialità del leader Blixa Bargeld.

• Ora, rivolgiamoci “ai soliti saputelli”, cosa potranno trovare nel libro che già non conoscono?

Una cosa su tutte, la più evidente: una lunga intervista inedita a Gudrun Gut che racconta proprio a me e Kyt la nascita dei Neubauten ed i primissimi giorni di vita del collettivo.

• Tutto qui?

Niente affatto! Potranno perdersi dentro un’approfondita visita guidata nella capitale tedesca che può essere considerata a pieno titolo un membro effettivo del gruppo: le foto di Kyt e il suo lavoro su Berlino sono uno dei piatti forti del libro. Infine, il meraviglioso commento grafico dei quadri diAndrea Chiesi.

• Ricordo la sua ricerca preziosa già alla fine degli anni 80…

È un bravissimo pittore di Modena appassionato di musica industriale che ha dedicato una serie di opere proprio a Berlino e ai luoghi dei Neubauten.

• Senti? I Neubauten attraggono un pubblico trasversale e soprattutto hanno influenzato generi e sottogeneri musicali. Riesci a spiegarci in poche parole l’importanza della loro opera?  

Proprio per la loro assoluta voglia di trascendere i canoni della musica popolare, i Neubauten hanno indicato una nuova via alla sperimentazione a tanti artisti che si sono trovati a passare per Berlino e non.

• Non credi che paradossalmente siano rimasti accessibili e limitrofi alla tradizione?

Ti dirò, oltre a questo, c’è molto altro! Ad esempio hanno evitato di ripiegarsi negli anfratti reconditi della pura autoreferenzialità. La fascinazione che sono stati in grado di esercitare inizialmente sia sul pubblico che sui loro colleghi nasce proprio dalla carica di innovazione che il gruppo ha sempre saputo proporre.

• Giovanni, “mixiamo in battuta” e torniamo indietro. La leggenda narra che il suono degli EN sia stato concepito in una piccola stanza ubicata sotto una delle tangenziali di Berlino.

Sono il gruppo perfetto per questo genere di cose, la leggenda che diventa cronaca e viceversa. Blixa e soci si prestano benissimo alla mistificazione pagana, proprio perchè per definizione sono incasellabili ed inafferrabili.

• Mi stai dicendo che le fascinazioni a loro connesse son tutte balle?

Sono nati in uno scantinato, la batteria costruita con rottami, martelli pneumatici sul palco e via dicendo. Alcune cose sono vere, altre pura fantasia, su “Silence Is Sexy” si possono leggere molti di questi retroscena, ma non voglio rovinarti la sorpresa!

• Contrariamente a quanto si potrebbe pensare i Neubauten non producono rumore, i loro brani sono frutto di uno studio misurato del suono.

Hai centrato il punto. Il rumore è stata la loro prima forma di espressione, ma presto si sono evoluti in qualcosa di diverso, giungendo persino ad erigere un monumento al silenzio, proprio con il disco da cui abbiamo preso il nome per il nostro libro. Esaurite le possibilità del rumore Blixa e compagni hanno scelto di spingersi nell’assenza.

• La genialità è un dato incontrovertibile.

Hanno indagato le possibilità del silenzio, esercizio tutt’altro che semplice, ma dai risultati sorprendenti. È straordinario assaporare il livello di dettaglio che il campionamento di una boccata di sigaretta o di una matita che scrive su un foglio possono produrre.

• Proviamo a far luce sul misterioso simbolo che li contraddistingue.

È divenuto una delle icone musicali più famose, nonché uno dei disegni più tatuati al mondo. Preso da un dipinto di origini pittali riconducibile ai Toltechi, riproduce la stilizzazione di un uomo, anche se il suo significato non è chiarissimo. Anche per questo Blixa e soci lo hanno scelto, proprio perché lascia aperti molti interrogativi senza fornire una risposta univoca all’osservatore, esattamente come la loro musica.

• Blixa Bargeld nella sua vita “ne ha fatte quanto i cani”. Qualche aneddoto

Non è esattamente uno degli aneddoti più “rock” che ci si possa aspettare, per quelli ti rimando al libro, ma il fatto che abbia scelto di vivere in Cina andando alla scoperta di gruppi locali e promuovendo la musica in un paese così lontano dalle tradizioni occidentali, dal mio punto di vista lo rende un personaggio straordinario per coraggio e iniziativa.

• Una figura fortemente evocativa, per anni ha suonato anche nei Bad Seeds, era amico fraterno di Nick Cave, all’improvviso la separazione: netta, inesorabile. Perché?

Preferirei non doverne parlare perchè la cosa ha rattristato molto anche me! Lutto musicale a parte, penso che Nick e Blixa siano due personalità artistiche fortissime, per le quali è già forse stato un miracolo aver lavorato così tanto insieme.

• Della serie “due galli nel pollaio”…

Dal mio punto di vista la maturità a volte rende più sopportabili certe convivenze, altre volte le rende intollerabili. È stato quest’ultimo il loro caso. Godiamoci quello che hanno fatto e speriamo in una rimpatriata che sappia rinverdire i fasti, senza inutili amarcord.

• Ma sono tante le collaborazioni oltre i Neubauten, non ultima quella con Teho Teardo: disco acclamato da pubblico e critica.

La nuova via di Blixa vede il coinvolgimento di Teho, uno dei compositori italiani che reputo più interessanti. Stanno facendo un ottimo lavoro insieme ed il successo meritatissimo che il pubblico sta tributando a questa collaborazione sempre più stretta ne è la conferma.

• Torniamo al futuro. Presto uscirà Lament, il nuovo disco! Cosa dobbiamo aspettarci?

Onestamente. Non saprei! A questo giro, dopo tanti anni di distanza, ti direi che mi aspetto un lavoro più introspettivo e meditativo, spostato verso il minimalismo, ma vorrei anche essere piacevolmente smentito dai fatti!

E ora… caro Giovanni, proviamo a individuare 9 canzoni 9 … dei Neubauten

[/column]

[column col=”1/3″][/column]