Immaginate tutti gli aggettivi che esprimono i sentimenti positivi più forti che riuscite a concepire. Utilizzateli per descrivere quello a cui si è assistito in quel di Parma la sera del 3 novembre allorquando gli svizzeri The Young Gods sono calati nel cuore della Pianura Padana, a riscaldare la notte dell’ennesimo evento prestigioso della rassegna de’ Il Rumore del Lutto, con la loro arte sopraffina.
Un concerto praticamente perfetto, magico, esaltante, potente. Raramente capita di riscontrare un parere unanime, circa l’esito del live all’uscita dal locale, ma questa era una di quelle occasioni. In apertura due brani dall’album di prossima pubblicazione, caratterizzati da atmosfere livide, che ben si sposavano con le luci plumbee che dal palco inondavano la platea che ricordano alcune cose degli Einsturzende Neubauten più recenti.
Poi la parata dei classici (tra gli altri Gasoline Man, Skinflowers, Kissing The Sun) più amati dal pubblico ha infiammato la sala. Esecuzioni impeccabili, suono potente senza sbavature né distorsioni indesiderate, puro godimento fisico e mentale. Alle litanie post-industriali declamate con fermezza da Franz Treichler facevano da contraltare i ritmi forsennati di Bernard Trontin, il tutto colorato dai device elettronici di Cesare Pizzi o all’occorrenza dalla chitarra dello stesso Franz Treichler.
Nel finale altri due pezzi del prossimo album, più movimentati di quelli in apertura, a chiudere il cerchio che per amore di verità non è stato di lunga durata. Un live comunque memorabile. Chi c’era lo sa.”
Recensione a cura di Fulvio Galvani
foto a cura di Elisa Magnoni Photo