Conoscete la storia di Frank Talbert?
Il protagonista di questa storia è un agente immobiliare di Denver (Colorado, United States) il quale visse alcuni decenni fa in una casetta che aveva acquistato sulle Montagne Rocciose.
Frank Talbert era sempre felice quando poteva trascorrere qualche giorno nella casetta che si era costruito sulle montagne. Quella volta avrebbe dovuto restarvi per dieci giorni, da solo, per lavorare nella sua proprietà. Ebbene, la prima giornata era volata via rapidissima e Frank decise di andare a letto presto. Prima di addormentarsi attizzò il fuoco che aveva acceso nel camino. Quella sera poi faceva particolarmente fresco perché si era già ai primi di ottobre e aveva incominciato a piovere. Frank si lasciò cullare dagli scrosci di pioggia, senza badare troppo ai tuoni che scuotevano la sua casetta e ai lampi che rischiaravano il paesaggio. Non sapeva quanto avesse dormito quando all’improvviso fu svegliato da un suono: all’esterno c’era un cane che abbaiava.
Frank Talbert si sedette sul letto, ascoltando attentamente. E udì ancora il cane che abbaiava, ma questa volta in lontananza. Stava per rimettersi a dormire quando i latrati sembrarono vicinissimi, proprio davanti alla porta di casa.
Talbert allora pensò che il cane si trovasse in difficoltà e che chiedesse aiuto, o più semplicemente un ricovero per la notte. Aprì la porta, ma riuscì a vedere ben poco a causa della pioggia fittissima. Chiamò, ma non vi fu risposta alcuna. Frank stava per chiudere nuovamente la porta quando un lampo gli fece intravedere un cane a circa cento metri da lui. Lo chiamò, ma invece di avvicinarsi, il cane si allontanò lentamente ululando pietosamente.
Frank Talbert pensò che chiaramente il cane voleva che lo seguisse e si chiese se non fosse una madre i cui cuccioli erano esposti all’intensa pioggia. Si infilò gli stivali e indossò il parka; il cane lo stava aspettando. Frank riuscì ad avvicinarsi fino a pochi passi dal cane prima che questo si allontanasse, evidentemente aspettandosi che lui lo seguisse.
Lo aveva visto abbastanza bene alla luce della sua torcia per vedere che si trattava di un Setter rosso, con petto e collo bianchi. Ma Talbert aveva seguito il cane solo per pochi metri, perché all’improvviso tutto divenne rosso e una tremenda esplosione lo assordò.
Un lampo aveva colpito la sua casetta, la quale si incendiò. Riuscì a salvare solo alcuni dei suoi averi con gran fatica, a causa della pioggia e dell’oscurità, alla sola luce di qualche lampo occasionale. La maggior parte della casetta era stata distrutta e non poté far altro che osservare le fiamme dal suo camioncino. Soltanto quando si preparò a partire per recarsi dalla persona più vicina, Talbert si ricordò di quel cane.
La pioggia era cessata, il cielo si era alquanto schiarito e la luna illuminava parzialmente la scena.
L’uomo cercò il Setter, ma era sparito. Mentre cercava l’animale gli venne in mente che il fulmine aveva colpito la camera da letto e la ragione per cui il fuoco era divampato a quel modo era perché il materasso e le coperte si erano subito infiammati. Se quel cane non lo avesse attratto fuori di casa, molto probabilmente, certamente, sarebbe morto in quel letto.
Quando raccontò la storia al vicino, l’uomo rimase perplesso. «Il cane che lei descrive sembra Sandy», disse scuotendo lentamente la testa. «Era un Setter femmina con petto e collo bianchi…». «Era lei senz’altro, certo. Mio Dio, dov’è? Le debbo La vita!», esclamò Talbert. Il vicino non disse nulla per parecchi minuti. Fissò Talbert e poi si lasciò cadere su una sedia. La sua voce era un sussurro mentre diceva:
«Non è possibile, Frank. E’ morta più di due mesi fa».
Ora, ci si può domandare: “Sandy era ancora fisicamente viva per allontanare Fank Talbert dal pericolo?” No, non ci si poteva sbagliare sulla sua morte; era stata seppellita nei pressi della casa del vicino.
“Avrebbe potuto trattarsi di un altro Setter identico?” Era possibile, naturalmente, ma uno con le stesse caratteristiche di Sandy e che vivesse nella stessa zona, rendeva questa possibilità piuttosto remota.
“Forse un cane della stessa figliata di Sandy?” Era nata nel Texas ed era stata portata in Colorado quando aveva otto anni.
“Forse si trattava di uno dei figli di Sandy che aveva le stesse caratteristiche?” Sandy non aveva mai dato alla luce dei piccoli, perché aveva subito un’operazione che glielo aveva impedito. Perciò Frank non lo seppe mai con certezza. Ma si ricordò del suo visitatore, chiunque o qualunque cosa fosse, per lungo tempo.
Infine, il suo vicino gli diede una foto di Sandy. Frank Talbert la fece incorniciare e la conservò sulla scrivania, a casa, per il resto della sua vita.