La perdita di una persona affettivamente significativa segna l’esistenza dei membri della comunità di cui la stessa faceva parte. La venuta meno dei legami e delle relazioni, a loro appartenenti, configura un percorso di dolore e di sofferenza, la cui definizione più semplice è quella di lutto, un evento critico che condiziona l’esistenza umana, in tutte le sue esplicazioni.
Superare tale periodo, risulta tanto più faticoso, quanto più ne è difficile la sua comprensione ed integrazione nella vita quotidiana. La maggiore difficoltà coincide con l’assenza, sia dal punto di vista sociale che culturale, di istruzioni, che permettano di affrontare e rielaborare la perdita e la sofferenza che ne consegue.
Un intervento specifico di sostegno al lutto è dato dai Gruppi di Auto Mutuo Aiuto, grazie ai quali le persone vengono invitate ad aprirsi a condividere con coloro che hanno vissuto analoghe esperienze di dolore, per elaborare ciò che l’assenza delle parole e la mancanza delle relazioni ha compromesso.
Definire cosa sono i gruppi di auto-mutuo aiuto non è un compito semplice perché nella descrizione stessa si raggruppano esperienze e metodologie di intervento molto diverse, sia in Italia sia all’estero. La natura spontanea della maggior parte di tali realtà le rende mutevoli e a volte difficili da classificare.
In Italia, i Gruppi di Auto Mutuo Aiuto fanno ormai parte del contesto sociale: grazie ai benefici gratuiti elargiti, tra i quali il supporto emotivo e quello sociale, le persone riescono a superare la solitudine e la sofferenza causate dalla perdita affettiva.
Il gruppo diviene una “scuola”, dove le intuizioni diventano lezioni, le lacrime si trasformano in parole, le parole in azioni e le azioni in progetto di vita, per trasformare e superare il dolore, e dove per affrontare il lutto, non vi è un’unica strada, ma tanti percorsi diversi, quanti i lutti che le persone stanno affrontando.
Agli incontri è presente la figura del facilitatore, il cui ruolo ed identità dipende dal contesto dei partecipanti al gruppo, ma la cui funzione è quella di attivare il gruppo stesso di auto mutuo aiuto.
In Italia, i facilitatori sono di solito professionisti, quali psicologi, counselor, assistenti sociali, tanatologi, educatori, ma anche volontari, mentre negli Stati Uniti, la figura del facilitatore è riconosciuta al professionista, il quale, attivato il gruppo, designa, tra i cosiddetti “guaritori feriti” (persone che hanno sperimentato la sofferenza che accomuna il gruppo e, che una volta guarite, desiderano a loro volta aiutare gli altri) taluno, particolarmente motivato, in grado di continuare il compito da lui iniziato.
In Italia, a seguito dell’esperienza del camilliano Arnaldo Pangrazzi, che a Roma, all’inizio del 1996, introdusse un paio di corsi per facilitatori, furono fondati, a Cles (Trento), i primi gruppi di mutuo aiuto, ad opera di Dario Pangrazzi: il primo il 13 maggio 1996, con il nome Betania; il secondo, per separati, a novembre dello stesso anno.
È possibile trovare qui ulteriori informazioni riguardo i nomi dei gruppi di auto mutuo aiuto presenti nel nostro Paese.