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Fu solo dopo la malattia che capii quanto sia importante dir di sì al proprio destino.

In tal modo forgiamo un io che non si spezza quando accadono cose incomprensibili;

un io che regge, che sopporta la verità, e che è capace di di far fronte al mondo e al destino.

Allora, fare esperienza della disfatta è anche fare esperienza della vittoria. 

Nulla è turbato – sia dentro che fuori – perché la propria continuità ha resistito alla corrente della vita e del tempo.

Ma ciò può avvenire solo quando si rinuncia a intromettersi con aria inquisitiva nell’opera del destino.

 

Carl Gustav Jung

( 26 luglio 1875 – 6 giugno 1961)