Oro: metallo prezioso che fin dall’antichità è simbolo di ricchezza e prosperità, espressione di una mitica “aetas felicior”. Ma l’oro è anche uno tra i materiali più utilizzati nella rappresentazione artistica, che nel corso del tempo ha visto le più diversificate tecniche di applicazione. Per le sue caratteristiche di lucentezza e preziosità fu utilizzato nelle sacre rappresentazioni dipinte nel Medioevo come metafora di uno spazio celeste, infinito ed eterno, un luogo ultraterreno fatto solo di luce che rimanda alla dimensione soprannaturale. Guardando la “Morte della Vergine” di Niccolò di Pietro Gerini (1370-75 circa), di cui ha parlato la storica dell’arte Carla Campanini (Soprintendenza per i Beni Storici e Artistici di Parma), si resta colpiti dalla grande quantità di oro che l’artista utilizza per impreziosire i dettagli, l’abbigliamento e le figure degli apostoli che si raccolgono intorno al sarcofago della Madonna, ma anche per restituire il senso di una dimensione spaziale astratta, che segna il passaggio tra il mondo terreno e il regno spirituale del divino.
Maria Angela Gelati
Maria Angela Gelati, è una tanatologa e death educator, nota per il suo coinvolgimento nel panorama culturale ed educativo sulla morte. Con Marco Pipitone, è la cofondatrice e direttrice de Il Rumore del Lutto Festival, la prima rassegna di cultura in death education che ha visto la luce a Parma, nel 2007.
La sua competenza è riconosciuta a livello nazionale, partecipando a comitati
scientifici e collaborando con istituzioni prestigiose come il Master Death Studies & the End of Life dell’Università degli Studi di Padova.
In veste di autrice ha dato un contributo significativo alla divulgazione di tematiche legate alla vita e alla morte attraverso opere uniche, tra cui La relazione d’aiuto. Come aiutare a gestire il percorso del lutto (Mursia, 2024), le favole Mi chiamo Happy (Mursia, 2020), L’albero della vita (Mursia, 2015) e saggi che combinano sapere accademico e impegno pratico.
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