Le fotografie in bianco e nero dell’artista spagnolo Mario Pardo Segovia esaltano la tensione di pose, sguardi, gesti di sculture funerarie tanto da farle apparire vive e vibranti proprio nell’istante di equilibrio tra forze di creazione e distruzione in cui si evince un’eternità dell’essenza di varie forme d’amore: tenero, passionale, composto, doloroso, aulico… Tra i temi più diffusi che l’artista ha trovato raffigurati nei vari cimiteri vi è quello di “Eros e Tànatos”. A volte in modo esplicito e altre in modi più sottili, possiamo trovare costanti esempi che celebrano l’importanza dei corpi, dei gesti, la sensualità, gli sguardi e le relazioni nella vita di coloro che commissionarono le sculture per i propri sepolcri. Così, esplorando le pulsioni tra l’istinto della vita e quello della morte, le rappresentazioni dei corpi e dell’amore aggiungono un contrappunto pieno di vita e si sovrappongono all’idea ultima della morte permettendo di ricercare l’eternità attraverso la memoria e la bellezza.
Le fotografie dell’ esposizione che si è tenuta presso la Galleria Sant’Andrea a cura di Annalisa Mombelli hanno inteso offrire una lettura circa la corrispondenza tra amore e morte presenti nelle sculture usando come base le relazioni che ci sono tra il volume e la luce; la composizione ed il riquadro delle figure; l’esclusione o la selezione di certi elementi; infine la relazione tra il tema della scultura ed il modo che l’artista ha di relazionarsi ad essa attraverso la sorpresa e la ricerca di una felice bellezza.
L’immagine in evidenza è di Mary Corradi