Non esistono parole adeguate per descrivere le tante emozioni vissute in serata, temiamo di non trovarne a sufficienza nemmeno per ringraziare i Rosa Crux*, crediamo, infatti, che un intero vocabolario non basti per esprimere al meglio ciò che il gruppo francese è stato in grado di regalarci sabato 31 ottobre 2015 all’App Colombofili di Parma.
Ai musicisti meravigliosi quali sono (Claude Feeny / piano -bells, Michael Richevaux / Basse, Nancy Moreau / Cornemuse & Danse de la Terre, Marianne Lachaux / Danse de la Terre e Olivier Tarabo / chant- guitare), occorre affiancare doti non affatto scontate, come sensibilità e cortesia. La cura con la quale hanno preparato il live ha dell’incredibile: arrivati alle 14.00 del pomeriggio hanno diligentemente scaricato il camion con il quale si erano sciroppati circa 1500 km. Un inciso: soltanto portandosi appresso la propria strumentazione il live della band transalpina può esistere, ed è presto chiaro il motivo. Da quel furgone, lentamente vengono scaricate strutture, le quali più che strumenti paiono opere d’arte: campane montate su parametri di legno antico, un vecchio pianoforte, candelabri in ferro battuto, tamburi di varie dimensioni, scatole in bronzo, sacchi di argilla, candele di ogni tipo, oltre a strumenti più tradizionali. Cercare di far entrare nel locale la struttura portante delle campane è di per sé un’impresa, eppure i cinque di Rouen, dopo circa tre ore di duro lavoro, cominciano a provare.
Le prove, se possibile, sono meglio del concerto che ci attende. Olivier Tarabo, leader della band, è maniacale nel ripetere fino allo sfinimento passaggi che non lo convincono. Nancy e Marianne – coordinate dai suoni – agitano enormi bandiere; ma sono le campane a scuotere. Il primo rintocco “spettina” i presenti così come a sconvolgere è la “BAM”: nel momento in cui comincia ad andare magicamente a tempo; a riempirsi di meraviglia – neanche a dirlo – sono le parole e gli occhi di ognuno di noi. Restiamo colpiti dalle prove ma è tempo di mangiare. La band si caratterizza, tra le altre cose, per estrema giovialità, insieme al nostro staff festeggia il tempo di un’ottima cena, innaffiata da vino versato a fiumi e cibo a volontà.
Il concerto vede in sala un pubblico attento e severo. Vi erano aspettative piuttosto alte nei riguardi del gruppo francese e chi li conosce per fama oppure per i dischi prodotti, si attende che vengano rispettati i cliché del caso. Dire che dopo quasi due ore di show quei cliché vengano ampiamente onorati non è utopia.
L’esibizione è il frutto di un lavoro minuzioso, reso perfetto da musicisti sopraffini coadiuvati dal fonico dell’App Colombofili, Alessandro Marsico (definito dallo stesso Tarabo un fenomeno) e sostenuto dall’entusiasmo di un pubblico palpitante, il quale esplode in un boato memorabile alla fine della celeberrima “Danse de la Terre”. Una serata difficile da dimenticare, oltretutto impreziosita dal dj set targato Endenocte: Marco Pipitone, Marco DKZ Zilioli, Black Ossian con guest Disinthegrave, incantano e rapiscono la platea tramite una selezione musicale che non lascia scampo.
Non resta che fare memoria, non prima di esser rimasti senza parole un’ultima volta; Tarabo e soci, alle 5 del mattino, dopo aver smontato “quel palco”… con la scopa in mano, cominciano a togliere l’argilla utilizzata per la danse de la terre sparsa in tutta la sala.
Non è difficile trarre le giuste conclusioni… ovvero quelle che portano a pensare quanto professionalità e umiltà definiscano ineluttabilmente la musica ai suoi massimi livelli.
* Il Concerto dei Rosa Crux è stato inserito all’interno di “Essere” la nona edizione de Il Rumore del Lutto, organizzata da Ade Servizi, con il Patrocinio del Comune di Parma.