In tempi recenti, una nuova usanza funeraria si è andata sviluppando in Giappone: è il cosiddetto “Tree Burial”. La pratica consiste nel seppellire il defunto in apposite aree naturali, con una pianta di propria scelta ed una tavoletta di legno, anziché una lapide, a marcarne il luogo ed il nome. Per capire le ragioni della popolarità del tree burial è necessario fare qualche passo indietro, facendo riferimento al dettagliato studio condotto dall’antropologo Sebastien Penmellen Boret.
In Giappone, l’usanza tradizionale consiste nel seppellire i defunti nella tomba di famiglia, situata in cimiteri appartenenti al comune o al tempio. Lo spazio in questi cimiteri è estremamente limitato, e le elevatissime spese di mantenimento devono venire pagate dall’erede maschio (un figlio o un genero). In una società in cui il tasso di natalità è calato drasticamente – e con esso il numero dei matrimoni – mantenere una tomba di famiglia è diventato problematico. Poiché il culto degli antenati è un aspetto fondamentale della spiritualità giapponese, l’impossibilità di essere seppelliti nella tomba ancestrale rappresenta un grande disonore. Coloro che non vengono seppelliti insieme alla propria famiglia divengono muenbotoke, ovvero “unrelated spirits” (Boret, 2013:186), spiriti senza relazioni il cui destino è vagare in eterno attorno alla propria tomba. Coloro che sanno che diventeranno muenbotoke per mancanza di eredi ne soffrono già in vita.
Per fare fronte a tali problemi, nuove modalità di sepoltura sono emerse. Il tree burial è non solo molto più economico, ma consente anche alle persone di poter scegliere con chi essere o non essere sepolti, offrendo nuove possibilità alle donne che non desiderano trascorrere l’eternità insieme alla famiglia del marito. Inoltre, il tree-burial consente di personalizzare la propria sepoltura: l’albero o la pianta scelta dal defunto può avere significati simbolici o personali (fra i tanti partecipanti intervistati da Boret, l’antropologo ne cita una che ha optato per un albero di albicocche per la tomba del marito, che era solito cogliere frutti per lei in vita).
La popolarità del tree burial si deve anche ad altri due fattori: la secolarizzazione della società giapponese e la diffusione di una coscienza ecologista. In una società sempre più secolare, molti non desiderano essere seppelliti in cimiteri con affiliazioni religiose, ed evitano così di pagare una tassa al tempio. Inoltre, secondo Boret, l’urbanizzazione e l’inquinamento delle città giapponesi spingono gli abitanti a cercare soluzioni alternative ed ecologiche per la propria dipartita. La scelta di essere sepolti nella terra viene dunque considerata come un modo per tornare parte del cerchio della natura.
Lo studio di Boret ci fa realizzare quanto le usanze funerarie siano indicative dei cambiamenti sociali all’interno di una popolazione, e di quante informazioni si possano ottenere studiando le ragioni per le quali una cultura opta per una modalità di sepoltura o per un’ altra.