Dante, con la sua vita e la sua opera, non dovrebbe, ancora oggi, dopo secoli, essere chiamato poeta italiano.
La Divina commedia, da lui stesso definita un «poema sacro», è di certo l’opera più grandiosa di un uomo tormentato dalle sciagure politiche, cacciato dalla patria e costretto a vagare per le corti italiane, in cerca di sostegno e ospitalità.
Nelle terzine del poema risuonano con echi e fragore le lotte intestine che dilaniavano i comuni italiani, mentre risplende l’amore del poeta per Dio, per Beatrice e per la città di Firenze, che lo conduce alla contemplazione delle più alte verità.
La Divina commedia, opera universale legata a vicende personali e contingenti, come è arrivata fino a noi e come ha fatto a conservare una tale potenza? È la domanda che si è posto l’autore del libro Dante. Storia avventurosa della Divina commedia dalla selva oscura alla realtà aumentata (Il Saggiatore, 2020).
Alberto Casadei – critico letterario e docente di Letteratura italiana all’Università di Pisa – intrecciando indagine storica e analisi poetica, ha ripercorso, per Il Rumore del Lutto, le tappe del poema, dalla prima circolazione nelle mani di Boccaccio e Petrarca fino alle più recenti interpretazioni, artistiche e persino informatiche, poiché l’eredità di Dante è tutt’altro che esaurita e la Divina commedia continua a dialogare con l’umanità di oggi e del futuro.
L’evento si è realizzato lo scorso 7 novembre su Piattaforma Zoom, insieme al conduttore Francesco Gallina, in collaborazione con Artisticamente Dante, Libreria Feltrinelli e Associazione Emc2.